Cosa porta i curatori di questa interessante raccolta di relazioni – raccolte nell’ambito delle Giornate internazionali di studio sul paesaggio organizzate dalla Fondazione Benetton – ad avvicinare due concetti apparentemente distanti tra loro come suolo e paesaggio?
A una attenta lettura – che si giova anche delle interessanti illustrazioni in grande formato che accompagnano i 19 contributi e stimolano ulteriormente la riflessione e il desiderio di approfondimento – l’intento del volume si struttura su due livelli.
Il primo riguarda il tentativo di contribuire al dibattito internazionale sull’importanza del suolo, inteso come ecosistema complesso alla base della vita sul nostro pianeta. Un dibattito che negli ultimi anni si è – fortunatamente – arricchito e animato grazie a studi, ricerche, pratiche, sperimentazioni rivolte sia agli ambiti accademici che a pubblici più ampi, grazie a una serie di attività di tipo divulgativo dedicate espressamente ai non addetti ai lavori.
Il libro
Suolo come paesaggio
Curatori: Luigi Latini, Simonetta Zanon
Anno: 2022
Editore: Fondazione Benetton
Luogo di pubblicazione: Treviso
Merita sottolineare che l’intento è senz’altro condivisibile, e gli stessi curatori – Luigi Latini (Presidente della Fondazione Benetton) e Simonetta Zanon (Responsabile progetti e ricerche sul paesaggio della stessa Fondazione) – ricordano nella prefazione che «esiste tutta una parte di mondo ancora convinta che parlare di suolo voglia dire parlare di una superficie disponibile a qualunque uso, una tela inerte dai colori sbiaditi che diventa interessante solo quando ci si appoggia qualcosa sopra oppure, al contrario, vi si nasconde qualcosa sotto. Così come permane una certa ambiguità, anche semantica, che impedisce al suolo di essere riconosciuto come il bene primario insostituibile che è nella definizione delle caratteristiche e della qualità del nostro ambiente e dei nostri paesaggi, riducendone molto spesso il ruolo all’ambito della coltivazione o ai ragionamenti sul consumo, considerato in termini meramente quantitativi» (p.7).
Nell’organizzazione dell’indice si esplicita il senso del titolo – suolo come paesaggio – che stabilisce una forte continuità tra i due poli di queste riflessioni: «non “suolo e paesaggio” o “nel paesaggio o “per il paesaggio”, perché l’idea nella quale ci riconosciamo e sulla quale proponiamo questa riflessione condivisa è che il suolo abbia valore di per sé, sia esso stesso paesaggio» (p.7).
Il secondo livello di lettura attiene all’intento dei curatori di farsi portavoci di un’idea di alfabetizzazione della quale non si può più fare a meno, e che riguarda in ugual maniera il concetto di suolo e quello di paesaggio. Nel titolo Suolo come paesaggio, in altre parole, si riconosce – e si condivide – l’idea che questi due importanti elementi siano caratterizzati da un simile destino: quello di essere misconosciuti dalla maggior parte delle persone, di essere oggetti di un vero e proprio analfabetismo di ritorno che si origina nella distanza – ormai generazionale – dei cittadini dalle questioni che riguardano il mondo al di fuori della città costruita, nella scarsa attenzione che – a livello scolastico e formativo – si attribuisce a questi argomenti, nonostante la loro importanza, nella occulta pressione che pochi esercitano nei confronti di beni e di questioni che dovrebbero essere di tutti, quantomeno, di dominio pubblico.
E là dove si intuisce un chiaro intento di apertura di queste pagine a un pubblico più ampio possibile – per la cura del volume, per la chiarezza dei contenuti, per la ricchezza (e la bellezza) delle illustrazioni – ritroviamo in questa accurata esplorazione dei paesaggi che caratterizzano la complessità del concetto di suolo, il sacrosanto richiamo a un confronto concreto e operativo tra la ricerca scientifica (quella che possiamo chiamare scientia) e l’uso che si fa di questa ricerca (usus), al di fuori degli ambiti accademici, nel mondo, sui territori, nelle nostre città, dove ce n’è più bisogno.
Cultura e Società
Eugenio Pandolfini
Ph.D., Ricercatore e socio fondatore del Centro Ricerche “scientia Atque usus” per la Comunicazione Generativa ETS. Ricercatore a tempo Determinato di tipo A del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Firenze