L’articolo riporta una riflessione degli autori circa gli attuali limiti del modello di comunicazione pubblica che, dal punto di vista normativo, ha origine con la legge 150 del 2000. All’interno delle amministrazioni pubbliche, anche in sanità, questa legge ha creato una netta separazione tra gli uffici di comunicazione che si rivolgono verso i vari pubblici esterni (Uffici Relazioni con il Pubblico, ufficio reclami, uffici stampa) e gli uffici di comunicazione interna, rivolti prevalentemente al personale. L’attuale sistema comunicativo in ambito pubblico tende a irrigidire le organizzazioni che dovrebbero cogliere proprio nel potenziare la capacità di ascolto dei bisogni dell’utenza un’opportunità per riportare all’interno dell’organizzazione un patrimonio di conoscenze che migliori il sistema stesso.
Nell’intervista, grazie al dialogo con Gianni Amunni che ha visto nascere il Centro di Ascolto Oncologico della Regione Toscana, si fa il punto sul tentativo di innovare l’organizzazione della comunicazione dell’oncologia descrivendo le invarianti di un ascolto attivo orientato all’intervento e alla risoluzione di problemi cronici del Sistema Sanitario e sulla comunicazione come aspetto essenziale del funzionamento del Centro di Ascolto grazie ad una cooperazione tra il personale medico-sanitario, i pazienti e la cittadinanza e il mondo delle associazioni.
Ambito di Intervento
Salute e sanità
La comunicazione pubblica in sanità: luci e ombre
Molto spesso ci si imbatte in siti web inutili per l’utenza, se non fuorvianti, sviluppati senza tener minimamente conto delle modalità d’uso da parte dell’utenza, privi o quasi di risposte semplici e chiare.
Altrettanto spesso ci troviamo obbligati a trascorrere un tempo infinito, scandito magari da musichette ossessive, comandati da centralini virtuali, risponditori automatici, per avere informazioni di cui necessitiamo.
Queste e altre situazioni simili – ormai causa di disagi diffusissimi e condivisi – sono sintomi dell’inadeguatezza di un modello comunicativo che ha radici molto lontane, e che, nonostante gli evidenti danni da esso provocati, continua ad essere considerato il migliore.
Un modello che inibisce ogni forma di ascolto, di personalizzazione della richiesta di informazioni e che riduce ogni attività comunicativa istituzionale ad un’attività gerarchica, trasmissiva, meccanicistica.
A fronte di un immaginario collettivo che identifica i progressi della lotta contro il cancro con l’introduzione di nuovi farmaci e nuove tecnologie di cura, infatti, sono sempre più numerosi gli studi clinici che dimostrano come miglioramenti analoghi a quelli raggiunti con i farmaci possono essere ottenuti anche grazie ad altri fattori ritenuti erroneamente, fino ad oggi, estranei ai percorsi terapeutici.
Questi riguardano il “concerto assistenziale” da costruire intorno alle reti oncologiche – da sostenere con tecniche comunicative favorenti un lavoro di équipe fortemente cooperativo – e la combinazione di ascolto del cittadino e di comunicazione organizzativa che – per esempio – assicuri l’aderenza alla terapia e il monitoraggio degli effetti collaterali in maniera sempre più personalizzata
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Il modello di comunicazione del Centro di Ascolto Oncologico della Regione Toscana
La caratteristica fondamentale di un ascolto vero è che deve essere basato sulla capacità di dare risposte e di promuovere azioni concrete.«In questa prospettiva, ci siamo trovati davanti a un doppio binario: c’è un ascolto individuale, che si basa sul problema posto da un cittadino o una cittadina, al quale si cerca di trovare una soluzione. Poi c’è l’ascolto collettivo, che consiste nel mettere insieme le domande di più persone per produrre analisi e ricerca di soluzioni a una scala diversa. Questo doppio binario è costante: il problema del singolo cittadino ha bisogno di soluzioni specifiche, ma messo insieme ad altri produce risultati per la comunità. Chiudere il percorso della domanda è un aspetto fondamentale: ogni pratica aperta deve essere portata a termine, sollecitando risposte dal sistema e mettendo in crisi la rete e facendo di tutto affinché nessuna istanza resti invasa».
Abbiamo chiesto ad Amunni se – in questo contesto – il mondo dell’associazionismo fosse già presente: «Sì, le associazioni sono presenti, ma dovrebbero esserlo ancora di più. Il mondo dell’associazionismo presidia molto bene il territorio: ci sono realtà in cui una gran parte del supporto ai malati oncologici è fornito dalle associazioni. Il tema dell’interconnessione degli attori parte da qui: non c’è e non ci deve essere contrasto o competizione per quanto riguarda le funzioni di ascolto, ma solo collaborazione».
Verso un ascolto basato sull’analisi e orientato all’intervento
La prospettiva è quella di un’estensione dei servizi oncologici sui territori che risponda puntualmente alle effettive necessità della cittadinanza, superando la logica della semplificazione e dell’erogazione di servizi a pioggia per trasformare la complessità della società in cui viviamo da problema difficilmente risolvibile a ricca e potente risorsa, per dare vita ad un nuovo patto comunicativo tra chi offre servizi e chi ha il diritto di fruirne.
Dalle Anteprime della Library di sAu
Bibliografia/Sitografia
- Morgan, G. (1986). Images of organizations. Beverly Hills (Ca): Sage. Trad. it. Images. Le metafore dell’organizzazione. Milano: Franco Angeli, 1989
- Sito web istituzionale del Centro di Ascolto Oncologico della Regione Toscana
- Pandolfini, E., Sbardella, M. (2020), Comunicazione organizzativa e community building, in B. Baldi (a cura di), Comunicare ad arte. Per costruire contenuti e promuovere eventi, Bologna, Zanichelli, pp. 281-302
La Library di sAu fa parte di Atque, l’Ambiente Integrato con cui realizziamo strategie di Comunicazione Generativa, in collaborazione con i partner di Progetto, e documentiamo le nostre attività di ricerca.
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Autore
Viola Davini
Ph.D., Ricercatrice e socia fondatrice del Centro Ricerche “scientia Atque usus” per la Comunicazione Generativa ETS
Consulente presso Lab CfGC del PIN di Prato
Autore
Eugenio Pandolfini
Ph.D., Ricercatore e socio fondatore del Centro Ricerche “scientia Atque usus” per la Comunicazione Generativa ETS
Consulente presso Lab CfGC
Ricercatore a tempo Determinato di tipo A del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Firenze
Intervistato
Gianni Amunni
Attualmente direttore dell’Oncologia Medica Ginecologica dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Careggi.
È membro del gruppo di monitoraggio delle Reti Oncologiche istituito presso Agenas.
È Presidente Nazionale dell’Associazione Periplo che raccoglie le Reti Oncologiche presenti in Italia.