Recensione

Le persone e i loro diritti: la chiave per un’Europa digitale

di Marta Guarducci | 08 01 2024

Quali sono i progressi dell’Unione Europea verso una trasformazione digitale di successo? A farne il punto è 2030 Digital Decade, il primo rapporto sullo stato del decennio digitale elaborato dalla Commissione Europea. Il testo passa in rassegna i traguardi dell’UE nell’attuazione del programma politico del decennio digitale ed evidenzia i fenomeni che hanno determinato la recente accelerazione verso la digitalizzazione: dagli sviluppi delle nuove tecnologie – basti pensare all’Intelligenza Artificiale – all’aumento delle connessioni, fino alle preoccupazioni relative alla situazione sociale ed economica di tutti quei Paesi colpiti dagli effetti del climate change.

Il report

2030 Digital Decade

2023 Digital Decade

Autore: Commissione Europea

Anno: 2023

Fattori, questi, che hanno condotto a una vera e propria «technological race» (p. 6), che ha comportato un ripensamento del potenziale del digitale nella vita quotidiana di ogni cittadina e cittadino.

Secondo i risultati dell’Eurobarometro di marzo 2023, infatti, «Digital is becoming increasingly important, according to a large majority of Europeans. 4 out of 5 respondents consider that digital technologies will be important in their lives by 2030» (p. 6). Per facilitare l’uso quotidiano delle tecnologie, dunque, la maggioranza degli europei sottolinea la necessità di rafforzare la sicurezza dei propri dati personali, tanto che una delle priorità individuate dalla Commissione Europea per le azioni future riguarda proprio la protezione degli utenti da attacchi informatici e dalla diffusione di contenuti illegali.

Un altro obiettivo prioritario che la Commissione Europea intende raggiungere entro il 2030 riguarda l’incremento delle competenze digitali della popolazione: «Still, 46% of Europeans […] do not currently have the basic digital skills, hampering the use of digital technologies for everyday tasks and access to services offered online» (p. 24).

Un dato piuttosto preoccupante se si pensa alla digitalizzazione della salute, che, potenzialmente, potrebbe fornire un valido contributo al miglioramento dell’accesso ai percorsi di cura e al rafforzamento del coinvolgimento dei pazienti. Un’osservazione ancora più significativa in riferimento alle persone anziane – soprattutto se vivono in zone rurali o remote – che oggi rischiano di non sviluppare competenze digitali di base o di non sentirsi adeguatamente pronte per affrontare il decennio digitale. Dal rapporto, infatti, emerge quanto ancora gli Stati membri dell’Unione Europea debbano impegnarsi con investimenti nell’istruzione per lo sviluppo di competenze digitali di base.

Tuttavia, il nodo concettuale più forte che emerge dalle pagine del report è in realtà un altro: «Putting people at the centre of the digital transformation of our societies and economies is at the core of the EU vision for the Digital Decade» (p. 24). La Commissione Europea, cioè, dichiara che la trasformazione digitale che interessa la nostra società ed economia dovrebbe essere guidata dall’intento di porre al centro di tale processo le persone, ribadendo la libertà di scelta di ciascuno e promuovendo valori come l’inclusione e la partecipazione. Si tratterebbe, dunque, di un principio da promuovere come guida per lo sviluppo delle nuove tecnologie, le quali dovrebbero unire e non dividere le persone, tutelare i loro diritti e non negarli, incentivare un utilizzo che assicuri a tutti di agire in maniera responsabile e sicura. L’UE e i suoi Stati membri, infatti, concordano sul fatto che le tecnologie dovrebbero migliorare il benessere e la qualità della vita di tutta la cittadinanza europea, nonché «promote democracy and equality» (p. 24).

Questa, dunque, la chiave per una concreta trasformazione digitale: sviluppare «human-centred online environments and digital technologies» (p. 27) per questo e per i decenni successivi.

Ambito di Intervento
Tecnologie per valorizzare il tocco umano

Il Centro Ricerche sAu porta avanti una ricerca per contribuire a ideare, progettare e realizzare nuove tecnologie che facciano perno sull’intelligenza critica e la creatività umana.

La recensione è a cura di

Marta Guarducci

Collaboratrice presso Centro Ricerche “scientia Atque usus” per la Comunicazione Generativa ETS, Borsista di Ricerca in Sociologia dei processi culturali e comunicativi presso l’Università di Firenze