Sostenibilità quotidiana e cambiamenti climatici
Verde urbano e Intelligenza Artificiale: un’alleanza vincente se favorisce la comunicazione tra scienza, politica e cittadinanza
Intervista a Francesco Ferrini
di Marco Sbardella | 05 02 2025
Di cosa parliamo in questo articolo?
L’intervista a Francesco Ferrini (Professore Ordinario dell’Università di Firenze, Presidente del Distretto Vivaistico di Pistoia e Coordinatore del Comitato Scientifico dell’Accademia Italiana di Biofilia) esplora il ruolo cruciale del verde urbano per la sostenibilità ambientale, sociale ed economica delle nostre città. Attraverso un’analisi approfondita, frutto di decenni di ricerca e sperimentazione, emergono i molteplici benefici delle infrastrutture verdi per la qualità delle nostre vite. Il verde urbano, infatti, non è solo un elemento decorativo, ma un vero e proprio investimento che contribuisce alla salute pubblica, al valore immobiliare e allo sviluppo economico locale. L’intervista evidenzia come la pianificazione e la gestione sostenibile delle aree verdi, supportate dall’Intelligenza Artificiale, possano rendere le città più resilienti e vivibili. Tuttavia, per massimizzare i benefici e prevenire rischi, è essenziale un dialogo costruttivo tra scienza, politica e cittadinanza, tra scientia e usus per usare i termini fondativi del nostro Centro Ricerche, promuovendo una cultura della sostenibilità urbana condivisa.
Ambito di Intervento
Sostenibilità quotidiana e cambiamenti climatici
Questo articolo contribuisce alla ricerca del Centro Ricerche sAu che ha l’obiettivo di ridurre la distanza tra ciò che sappiamo – in termini di sostenibilità – e ciò che quotidianamente facciamo, a livello individuale e collettivo.
In questi anni lei ha pubblicato diversi volumi in cui ha illustrato i vantaggi (ecologici, sociali, salutari, economici, per la sicurezza, ecc.) del verde urbano. Partiamo dal tema ambientale ed ecologico: quali sono i vantaggi principali da questo punto di vista?
Il verde urbano rappresenta un elemento fondamentale per migliorare la qualità ambientale delle città e contrastare gli effetti negativi del cambiamento climatico. Da un punto di vista ecologico, gli alberi e le aree verdi svolgono un ruolo cruciale attraverso molteplici meccanismi che generano benefici significativi, tra cui il miglioramento del benessere delle persone.
Gli alberi contribuiscono a migliorare la qualità dell’aria catturando particolato atmosferico (PM10, PM 2.5) e assorbendo gas inquinanti come biossido di azoto (NO2), ozono (O3) e anidride solforosa (SO2). Durante la fotosintesi, fissano anidride carbonica (CO2), riducendo così le emissioni climalteranti. Inoltre, regolano il microclima urbano, abbassando le temperature grazie all’ombreggiamento e al fenomeno della traspirazione, mitigando l’effetto isola di calore urbano (Urban Heat Island) e rendendo le città più vivibili, soprattutto nei mesi estivi.
Le aree verdi giocano poi un ruolo essenziale nella gestione delle acque meteoriche. Le chiome degli alberi, ma anche degli arbusti, intercettano l’acqua piovana, riducendo il rischio di allagamenti e alleggerendo il carico sui sistemi di drenaggio urbano, mentre le radici migliorano la permeabilità del suolo, favorendo l’infiltrazione dell’acqua. Inoltre, le aree verdi incrementano la biodiversità, fornendo habitat per numerose specie di flora e fauna anche in contesti fortemente antropizzati. Non meno importante, le alberate e le siepi contribuiscono a ridurre l’inquinamento acustico, agendo come barriere naturali che assorbono e attenuano, seppur in minima parte, i rumori, migliorando così la qualità della vita dei cittadini.
Questi benefici ecologici si intrecciano strettamente con aspetti sociali ed economici, rendendo il verde urbano un investimento indispensabile per il futuro delle città. La sfida odierna è quella di progettare e gestire il verde in modo sostenibile, integrando le esigenze delle comunità locali con le funzioni ecologiche delle infrastrutture verdi, garantendo così città più resilienti e vivibili.
E dal punto di vista dello sviluppo economico, quali sono le opportunità offerte dalla corretta gestione del verde urbano (a partire dalla scelta delle specie adatte), e in che senso possiamo parlare del verde urbano come di un investimento e non di un costo?
Il verde urbano è un investimento strategico che genera significativi ritorni economici diretti e indiretti per le città e i loro abitanti. Una gestione corretta, che inizi dalla scelta delle specie arboree più adatte al contesto locale, offre molteplici opportunità di sviluppo economico. Studi internazionali dimostrano che la presenza di alberi e aree verdi ben curate aumenta il valore delle proprietà immobiliari circostanti. Case e appartamenti in zone verdi risultano più appetibili e possono essere venduti o affittati a prezzi superiori rispetto a quelli in aree prive di vegetazione. A ciò si aggiunge che gli alberi, grazie alla già menzionata capacità di migliorare il microclima, riducono la domanda di energia per il raffrescamento durante l’estate e, in alcune situazioni, per il riscaldamento in inverno. Questo si traduce in risparmi significativi sia per le famiglie sia per le amministrazioni pubbliche.
Non dobbiamo poi dimenticare che parchi, giardini storici e viali alberati sono attrazioni che aumentano l’appeal turistico delle città, generando entrate per il settore alberghiero, della ristorazione e del commercio locale.
Possiamo dunque affermare che il verde urbano offre benefici tangibili che, seppur non sempre immediatamente monetizzabili, possono essere inseriti in bilanci ambientali e utilizzati per attrarre investimenti privati e pubblici. Ciò dimostra che investire nel verde urbano denota una visione lungimirante per le città del futuro. Non si tratta solo di un costo per la gestione, ma di un elemento che genera ricchezza, riduce le spese collettive e individuali e migliora la qualità della vita. La chiave è una pianificazione accurata, che tenga conto delle specificità locali, e un impegno continuo nella gestione sostenibile delle risorse verdi.
La nostra ricerca per i Territori in salute
Una Strategia di Comunicazione Generativa per UniCeSV
Il Centro Ricerche sAu ha attivato una collaborazione con UniCeSV per rafforzare la comunicazione e la creazione di comunità con tutti i portatori d’interesse del settore vitivinicolo. Un progetto che intende favorire la comunicazione tra l’innovazione scientifica in ambito vitivinicolo e i bisogni delle imprese. Ma anche del mondo di coloro che aspirano ad essere qualcosa di più di semplici “consumatori”.
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Parlando invece di salute umana, perché possiamo dire che il verde in città ci fa stare meglio?
Il verde urbano rappresenta un elemento essenziale per il benessere fisico e mentale degli abitanti delle città. Possiamo affermare con certezza che il verde in città ci fa stare meglio perché offre una molteplicità di benefici strettamente legati alla salute umana. In primo luogo, le aree verdi, come detto in precedenza, migliorano la qualità dell’aria, contribuendo a ridurre la concentrazione di inquinanti atmosferici come il particolato fine (PM10 e PM2.5) e i gas nocivi come il biossido di azoto (NO2). Respirare aria più pulita ha un impatto diretto sulla salute respiratoria e cardiovascolare, riducendo l’incidenza di malattie croniche e migliorando l’aspettativa di vita.
Dal punto di vista mentale, la presenza di parchi e alberi in città offre uno spazio di ristoro per la mente, contribuendo a ridurre lo stress e l’ansia. Diversi studi hanno dimostrato che trascorrere del tempo in ambienti verdi favorisce il rilassamento, abbassa i livelli di cortisolo (l’ormone dello stress) e migliora l’umore. Inoltre, il verde urbano stimola l’attività fisica, incoraggiando le persone a camminare, correre o praticare sport all’aria aperta, con benefici diretti sul controllo del peso corporeo, sulla prevenzione del diabete e sull’efficienza del sistema cardiovascolare.
Il contatto con la natura ha anche effetti positivi sullo sviluppo cognitivo nei bambini e sulle capacità di concentrazione negli adulti. Per i più giovani, crescere in prossimità di aree verdi è associato a migliori capacità di apprendimento e a una riduzione dei sintomi legati a disturbi come l’ADHD. Per gli anziani, invece, la vicinanza al verde è un fattore che contribuisce a rallentare il declino cognitivo e a ridurre il rischio di malattie neurodegenerative.
Un altro aspetto cruciale è rappresentato dalla funzione socializzante degli spazi verdi. Parchi e giardini diventano luoghi di incontro e condivisione, promuovendo relazioni interpersonali e riducendo il senso di isolamento, che è un fattore di rischio per la salute mentale. Infine, il verde urbano ha un impatto significativo nel migliorare il comfort termico, mitigando gli effetti delle ondate di calore, che rappresentano un rischio crescente per la salute nelle città a causa del cambiamento climatico.
In sintesi, il verde in città ci fa stare meglio perché agisce su più livelli: purifica l’aria che respiriamo, offre un rifugio dalla frenesia urbana, migliora il nostro stato mentale e favorisce stili di vita più sani. Questi benefici, come detto tangibili e misurabili, rendono il verde urbano non solo un elemento decorativo, ma una vera e propria infrastruttura di salute pubblica.
Purtroppo, però, spesso si parla della presenza di alberi in città in casi di cadute e incidenti che possono mettere a rischio la vita delle persone. Quanto sono importanti il dialogo e la comunicazione tra il mondo della scienza, quello della politica e la cittadinanza per prevenire questo tipo di incidenti?
Il tema della sicurezza legato alla presenza degli alberi in città è centrale nel dibattito pubblico, specialmente quando si verificano episodi di cadute o incidenti che possono mettere a rischio la vita delle persone. Tuttavia, è fondamentale ricordare che questi eventi, per quanto gravi, rappresentano spesso una percentuale minima rispetto ai benefici complessivi che gli alberi apportano alle comunità urbane. Per prevenire tali incidenti e garantire una convivenza sicura tra cittadini e patrimonio arboreo, il dialogo e la comunicazione tra il mondo della scienza, quello della politica e la cittadinanza rivestono un ruolo cruciale.
Il mondo della scienza ha il compito di fornire conoscenze aggiornate e strumenti tecnici per la gestione degli alberi. Attraverso la ricerca e l’innovazione, è possibile identificare le specie più adatte all’ambiente urbano, prevedere i rischi legati alla stabilità degli alberi e sviluppare tecniche di monitoraggio avanzate, come l’utilizzo di sensori o tecnologie di telerilevamento. Tuttavia, queste conoscenze devono essere tradotte in pratiche operative, e qui entra in gioco la politica. Le amministrazioni locali devono essere capaci di recepire le indicazioni degli esperti e trasformarle in piani di gestione sostenibile del verde urbano, investendo risorse adeguate alla gestione, alla potatura e al monitoraggio degli alberi.
L’insostenibile comunicazione della sostenibilità
Stiamo vivendo un paradosso: il Paradosso della Sostenibilità, che mai come oggi è stata al centro del discorso pubblico ma, allo stesso tempo, non è mai stata così lontana dall’essere un elemento “normale” delle nostre vite quotidiane. E la comunicazione è sia la causa sia la soluzione a questo paradosso.
Allo stesso tempo, è essenziale che la cittadinanza venga coinvolta attivamente in questo processo. La percezione pubblica del rischio legato agli alberi è spesso influenzata da episodi isolati e da una comunicazione mediatica talvolta sensazionalistica. In questo contesto, il dialogo trasparente e la sensibilizzazione giocano un ruolo determinante. Informare i cittadini sui benefici complessivi del verde urbano, spiegare le misure adottate per garantire la sicurezza e promuovere una cultura della convivenza con la natura sono passi fondamentali per costruire fiducia e collaborazione.
Un esempio concreto di questo dialogo potrebbe essere l’organizzazione di incontri pubblici, workshop e campagne educative che spieghino come vengono effettuate le valutazioni di stabilità degli alberi e quali criteri guidano le decisioni di abbattimento o potatura. Inoltre, strumenti digitali come app o portali online potrebbero essere utilizzati per permettere ai cittadini di segnalare situazioni di potenziale rischio, favorendo un monitoraggio partecipativo.
In sintesi, la prevenzione degli incidenti legati agli alberi in città non può prescindere da un approccio integrato, in cui la scienza fornisce dati e soluzioni, la politica garantisce l’applicazione di buone pratiche e la cittadinanza viene coinvolta in modo attivo e consapevole. Solo attraverso questo dialogo costruttivo possiamo trasformare il verde urbano da possibile fonte di preoccupazione a risorsa preziosa e sicura per il benessere collettivo.
In conclusione, non possiamo non fare un accenno all’Intelligenza Artificiale. Ritiene che questa tecnologia possa rendere più efficace la valorizzazione e la gestione del verde urbano? E se sì, in che modo?
L’Intelligenza Artificiale (IA) rappresenta una delle tecnologie più promettenti per migliorare la valorizzazione e la gestione del verde urbano, offrendo strumenti innovativi e altamente efficaci per affrontare le sfide crescenti legate alla pianificazione, manutenzione e monitoraggio degli spazi verdi in città. Grazie alla sua capacità di analizzare grandi quantità di dati, l’IA può supportare decisioni più informate, rendendo la gestione del verde non solo più efficiente, ma anche più sostenibile e inclusiva.
Uno dei principali vantaggi dell’IA è la possibilità di monitorare in tempo reale lo stato di salute degli alberi e delle aree verdi. Attraverso l’utilizzo di immagini satellitari, droni e street view imagery, integrati con algoritmi di machine learning, è possibile identificare rapidamente alberi malati, stressati o a rischio di caduta, permettendo interventi tempestivi e mirati. Questa capacità predittiva riduce significativamente i rischi per la sicurezza pubblica e ottimizza l’uso delle risorse economiche, evitando interventi non necessari o tardivi.
Inoltre, l’IA può essere utilizzata per la pianificazione urbana, aiutando a selezionare le specie arboree più adatte a specifici contesti climatici e ambientali. Attraverso l’analisi di dati meteorologici, di suolo e di inquinamento, i sistemi di intelligenza artificiale possono suggerire quali specie offrano il miglior compromesso tra resilienza, capacità di mitigare il cambiamento climatico e benefici per la biodiversità. Questo approccio scientifico e basato sui dati consente di evitare errori del passato, come la piantagione di specie inadatte che possono diventare problematiche nel tempo.
L’IA ha anche un grande potenziale nel coinvolgimento della cittadinanza. Piattaforme digitali basate sull’intelligenza artificiale possono facilitare il dialogo tra cittadini e amministrazioni, permettendo alle persone di segnalare problematiche, proporre miglioramenti o partecipare attivamente al monitoraggio del verde urbano. Questo tipo di partecipazione non solo migliora la gestione, ma rafforza anche il senso di appartenenza e responsabilità collettiva verso gli spazi verdi.
Infine, l’IA può contribuire alla quantificazione e alla comunicazione dei benefici offerti dal verde urbano. Attraverso modelli avanzati, è possibile stimare in modo accurato il contributo degli alberi alla riduzione delle isole di calore, al sequestro di carbonio, alla qualità dell’aria e persino al miglioramento della salute pubblica. Questi dati possono essere utilizzati per sensibilizzare il pubblico e giustificare investimenti a lungo termine, trasformando il verde urbano in un elemento chiave delle strategie di sviluppo sostenibile.
L’Intelligenza Artificiale non solo può rendere più efficace la valorizzazione e la gestione del verde urbano, ma ha il potenziale di rivoluzionare completamente il modo in cui percepiamo e interagiamo con gli spazi verdi nelle città. Affinché ciò avvenga, sarà fondamentale integrare questa tecnologia con un approccio umano e multidisciplinare, in cui la scienza, la politica e la cittadinanza lavorino insieme per costruire città più verdi, sicure e vivibili per tutti.
Conclusioni
In conclusione, appare chiaro dalle risposte del professor Ferrini che il verde urbano si conferma una risorsa indispensabile per affrontare le sfide che la sostenibilità e i cambiamenti climatici stanno ponendo alle nostre città, garantendo benefici ambientali, economici e sociali di lungo periodo. Fondamentale in questo senso sarà il ruolo di strategie di comunicazione in grado di far dialogare i saperi e le conoscenze del mondo della scientia con le pratiche di gestione (politica) e la consapevolezza (cittadinanza) del mondo dell’usus: la gestione efficace delle infrastrutture verdi, infatti, richiede un approccio multidisciplinare che integri le competenze scientifiche con le esigenze delle amministrazioni e il coinvolgimento attivo della cittadinanza.
L’adozione di strumenti di Intelligenza Artificiale, rappresenta un’opportunità per ottimizzare la pianificazione, la gestione e la valorizzazione degli spazi verdi, e più in generale può rivelarsi una preziosa alleata per avviare nuove pratiche di sostenibilità, tema su cui il Centro Ricerche sAu sta lavorando con la Fondazione Bruno Kessler di Trento. Tuttavia, ancora una volta, il successo di queste strategie dipenderà dalla capacità di creare sinergie tra i diversi attori coinvolti, promuovendo un cambiamento culturale che riconosca il verde non solo come elemento estetico, ma come pilastro essenziale per la qualità della vita e la sostenibilità urbana. Si tratta di una sfida complessa ma indispensabile su cui il Centro Ricerche sAu lavora da molti anni e che, grazie al contributo del professor Ferrini potrà dare vita a nuove progettualità nei prossimi mesi. Motivo per cui non possiamo che chiudere questo articolo con una call to action rivolta a chiunque, nel mondo della scientia così come in quello dell’usus, voglia condividere (scrivendo a marco.sbardella@sau-centroricerche.org) esperienze, pratiche, proposte utili a comunicare – nel senso di mettere in comune – efficacemente il valore multidimensionale del verde urbano.
Autore
Marco Sbardella
Ph.D., Ricercatore e socio fondatore del Centro Ricerche scientia Atque usus per la Comunicazione Generativa ETS. Consulente presso Lab CfGC.
Svolge ricerca negli ambiti dello sviluppo rurale, del climate change e della comunicazione sanitaria.
Intervistato
Francesco Ferrini
Professore ordinario di Arboricoltura e Coltivazioni Arboree all’Università di Firenze. È stato Presidente della Società Italiana di Arboricoltura e ha ricevuto il riconoscimento della International Society of Arboriculture “L.C. Chadwick Award for Arboricultural Research” nel 2010 e l’ISA Award of Merit nel 2019. È membro dell’Accademia dei Georgofili, dell’Accademia della Colombaria e dell’Accademia Italiana di Scienze Forestali. Coordinatore del Comitato Scientifico della GEA (Green Economy Agriculture), è Presidente del Distretto Rurale Vivaistico-Ornamentale di Pistoia.