Recensione
“Equità”: parola chiave per la personalizzazione
della medicina e della ricerca biomedica
di Viola Davini | 31 01 2024
Il volume “Verso un’equità di genere nella salute e nella ricerca” realizzato da Fondazione Onda (Osservatorio nazionale sulla salute della donna), con il contributo di Farmindustria, è stato presentato il 17 gennaio 2024 in Senato. Si tratta di una nuova pubblicazione della Fondazione Onda, che da sempre si impegna nell’ambito della divulgazione scientifica, con un focus sulla questione di genere, per far luce sugli aspetti che contraddistinguono le principali differenze nell’ambito della ricerca biomedica, della medicina e dell’offerta dei servizi sanitari.
Citando l’apertura della premessa di Francesca Merzagora, Presidente della Fondazione Onda: «L’uguaglianza presuppone di poter fruire dei medesimi diritti, indipendentemente da qualsivoglia differenza. L’equità, invece, si basa sulla modulazione degli interventi in relazione alle differenze, alle specificità, ai bisogni. L’uguaglianza è dunque il presupposto, il punto di partenza, mentre l’equità rappresenta l’obiettivo finale, il punto di arrivo, che consente di garantire a tutti le medesime opportunità, tenendo conto delle differenze» (p. 11)
Il Libro Bianco
Verso un’equità di genere nella salute e nella ricerca
Autore: Fondazione Onda
Anno: 2023
E’ per questo motivo che la Medicina di Genere si fonda su una necessaria differenziazione che non equivale alla ricerca di ciò che ci rende uguali, ma alla valorizzazione delle differenze, in un “progetto salute” che sia adeguato a tutti, indipendentemente dall’età, dal genere, dal credo religioso etc..
Le tematiche scelte in questo volume sono molteplici: vanno oltre i temi della medicina e riguardano anche il gap nei ruoli di leader delle donne in sanità, i numeri relativi alla violenza di genere, il rispetto delle diverse culture, un aspetto quest’ultimo che non può essere più negato. «È necessario, dunque, uno sforzo collettivo per operare sempre più per una sanità pubblica centrata sulla persona nel suo insieme, un sistema sanitario transculturale capace di accogliere e fornire servizi di prevenzione, diagnosi e cura a tutte le persone, indipendentemente dalla loro appartenenza o meno a una minoranza» (p. 108) concludono Claudio Giovannini, Leuconoe G. Sisti, Walter Malorni del Centro per la Salute Globale, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma.
Salute e sanità
Il Centro Ricerche sAu è da anni impegnato nel campo della salute e della sanità per realizzare progetti di innovazione che favoriscano il potenziamento della comunicazione tra il personale medico-sanitario, la cittadinanza e il territorio.
La differenziazione di un intervento medico in base al genere apre, infatti, la strada alla personalizzazione e all’individuazione di bisogni che non possono essere uguali per tutti, ma si differenziano necessariamente, spesso, anche sulla base del contesto sociale e culturale.
Uno spunto interessante di approfondimento riguarda le disuguaglianze nel campo della digital health, come riporta l’autore del saggio Eugenio Santoro (Unità di Ricerca in sanità digitale e terapie digitali,Unità di Ricerca in sanità digitale e terapie digitali, Laboratorio di Metodologia per la Ricerca Clinica, Dipartimento di Oncologia Clinica, Istituto di Ricerche Farmacologi che Mario Negri IRCCS): «Il genere condiziona anche il disegno, il layout e il linguaggio di molte app per la salute. […] Diversi, in base al genere, sono anche gli approcci e gli argomenti per favorire l’uso degli strumenti di digital health. Per esempio, le app di fitness rivolte agli uomini spesso esaltano gli obiettivi legati alla forza e alla muscolatura, mentre le app rivolte alle donne si concentrano sulla magrezza e sulla femminilità» (p.172). Aspetto che troppo spesso viene sottovalutato che riguarda il coinvolgimento delle donne nella progettazione delle nuove tecnologie.
L’eterogeneità dei contenuti proposti fornisce un quadro che può risultare molto utile ai decisori politici, fornendo dati necessari a definire, aggiornare e potenziare politiche socio-sanitarie – ma anche educative e culturali – che siano di contrasto alle disuguaglianze e che permettano di superare le barriere all’equità nell’accesso all’informazione e alla cura.
Per fare questo è necessaria (come emerge esplicitamente dal volume) una rifondazione della cultura della comunicazione all’interno del sistema sanitario e non solo. Una comunicazione basata sulla ricerca e sull’individuazione dei bisogni, sull’ascolto capace di stabilire una relazione di fiducia medico-paziente, capace di andare oltre a una visione consumistica del sistema sanitario che misura e conta le prestazioni; per lavorare, invece, sulla valorizzazione delle individualità favorendo il far emergere delle differenziazioni di genere – ma anche di età, socio culturali etc. – per rendere maggiormente equo il sistema sanitario e quello dell’accesso alle informazioni nell’ambito della prevenzione e della cura.
Viola Davini
Ph.D., Ricercatrice e socio fondatrice del Centro Ricerche scientia Atque usus per la Comunicazione Generativa ETS
Svolge ricerca negli ambiti della salute e della sanità, è referente del Master in Comunicazione Medico-Scientifica e dei Servizi Sanitari realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica dell’Università di Firenze.
Gli altri contributi dell’Ambito di Intervento “Salute e sanità”
Speciale online realizzato dal Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica dell’Università di Firenze, in collaborazione con il Centro Ricerche sAu, per la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Comunicare la Medicina di Genere