Recensione

Le donne ci salveranno dall’inferno climatico

di Marco Sbardella | 04 10 2024

Di chi è la colpa dei cambiamenti climatici? Di tutti; e quindi di nessuno. E, di conseguenza, di chi è la responsabilità di porvi rimedio? Ancora una volta di tutti; e quindi di nessuno. È questo il circolo vizioso che dobbiamo rompere per dare forza ad un’azione per il clima finalmente efficace. E anche nel caso della sostenibilità, come in tanti altri ambiti, sapere da dove veniamo è una conditio sine qua non per capire dove andare, e come. Questo è il principale contributo che, con il suo taglio storico, offre il volume Un autunno caldo. Crisi ecologica, emergenza climatica e altre catastrofi naturali di Andrea Fantini per comprendere la profondità e l’urgenza delle crisi ecologica e climatica che stiamo affrontando.

Fantini apre con una visione incisiva del mondo contemporaneo, affermando: 

«E mentre le dinamiche del modello di sviluppo degli ultimi secoli cominciano a presentare il conto, catapultandoci in una congiuntura esplosiva di crisi ecologica, cambiamenti climatici, progressivo esaurimento delle risorse, sperequazioni e conflitti crescenti, prevale ancora un atteggiamento che solo di rado illumina i nodi reali della questione e che trascura l’unica maniera di metterla davvero a fuoco: riconoscere l’incompatibilità tra le dinamiche di conservazione e riproduzione del sistema in cui viviamo e quelle di rigenerazione della biosfera. È da qui che bisogna partire per invertire una rotta dalle conseguenza potenzialmente catastrofiche.» (p. 10)

Il Libro

Un autunno caldo

Crisi ecologica, emergenza climatica e altre catastrofi naturali

Autore: Andrea Fantini

Anno: 2023

Editore: Codice Edizioni

Luogo di pubblicazione: Torino

Questa affermazione stabilisce il tono per l’intera opera, evidenziando la critica necessità di affrontare le radici profonde della crisi ecologica. Il libro procede mettendo in luce come le varie crisi che affrontiamo – dalla pandemia di Covid-19 alla crisi economica e all’alterazione climatica – non siano eventi isolati ma profondamente interconnessi: 

«Questa triade di eventi – o di fallimenti, se consideriamo la capacità di gestirli dimostrata fin qui dal sistema – porta a due conclusioni ormai evidenti, che tuttavia è opportuno ripetere ancora una volta. La prima è che quelli che potevano sembrare aspetti separati – ecologici, sanitari, economici, sociali e politici – sono in realtà correlati, e la loro complessa e intima interazione segna profondamente il nostro modo di stare al mondo.» (p. 12)

In Un autunno caldo, Fantini non solo diagnostica i mali che affliggono il nostro mondo ma invita anche a un’azione collettiva e a una riflessione profonda. Ciò è particolarmente evidente quando tratta le disuguaglianze climatiche, evidenziando come 

Ambito di Intervento

Sostenibilità quotidiana e cambiamenti climatici

La recensione contribuisce alla ricerca del Centro Ricerche sAu che ha l’obiettivo di ridurre la distanza tra ciò che sappiamo – in termini di sostenibilità – e ciò che quotidianamente facciamo, a livello individuale e collettivo.

«il 10 per cento delle persone più ricche al mondo, in gran parte residente nelle nazioni più industrializzate del pianeta, sia responsabile del 50 per cento delle emissioni climalteranti; viceversa, al 50 per cento più povero è attribuibile soltanto il 10 per cento.» (pp. 172-173)

La sostenibilità è anche una questione di genere. O meglio, per uscire dallo stallo e dalle policrisi in cui siamo immersi, come la famosa rana nella pentola che si sta piano piano scaldando, è necessario rivalutare la relazione tra i generi. Verso la conclusione, infatti, Fantini avanza una visione per un futuro sostenibile, sottolineando la necessità di 

«liberare le donne dal loro ruolo subalterno e limitato alla riproduzione; diminuire la produzione e il consumo di merci; redistribuire ricchezza, conoscenze e opportunità, per emancipare dal bisogno, dall’ignoranza e dallo sfruttamento generati dalla disuguaglianza.» (p. 174)

Si tratta, nella nostra opinione, di un libro importante, utile a mettere a fuoco la natura complessa delle sfide che con sempre decisione siamo chiamati ad affrontare. E per farlo è ormai irrimandabile la necessità di un cambiamento radicale nel paradigma comunicativo e, conseguentemente, nelle modalità di azione, perché solo attraverso un impegno collettivo e un ripensamento delle nostre priorità possiamo sperare di affrontare efficacemente le sfide che abbiamo di fronte.

La recensione è a cura di

Marco Sbardella

Ph.D., Ricercatore e socio fondatore del Centro Ricerche “scientia Atque usus” per la Comunicazione Generativa ETS.

Consulente presso Lab CfGC. Insegna Teorie e Tecniche della Comunicazione all’Università di Firenze.

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