di Marco Sbardella e Lisa Capitini | 02 05 2023
Con tutte le crisi economiche, sanitarie, belliche e sociali che attraversano – senza soluzione di continuità – le nostre società contemporanee, vale la pena dedicare tempo ed energie alla cura del paesaggio?
No, è la risposta che darebbe la maggior parte di noi, anche a causa del dilagare di quello che possiamo definire come analfabetismo paesaggistico funzionale, ossia l’incapacità delle persone di “leggere” e analizzare – e quindi “scrivere” e vivere consapevolmente – il paesaggio (Pandolfini 2019).
Eppure di tanto in tanto i media riportano all’attenzione del grande pubblico casi di persone disposte a immolarsi per la tutela di alberi e foreste, che si tratti di incatenarsi agli arbusti urbani per evitarne il taglio (come successo recentemente a Firenze, Bergamo, Reggio Emilia, Udine, nel pavese tra le tante città italiane e straniere), di opporsi allo sradicamento degli ulivi pugliesi che intralciavano la realizzazione del gasdotto TAP o al taglio di alberi secolari nei territori dei popoli indigeni in Canada.
Che relazione c’è, allora, tra il prendersi cura del paesaggio e il prendersi cura della salute delle persone e delle comunità?
Questo articolo confluisce nell’Ambito di Intervento del Centro Ricerche sAu relativo alla sostenibilità, in quanto il paesaggio è elemento centrale su cui riflettere nell’ottica di ripensare il concetto stesso di sostenibilità, che deve necessariamente andare oltre l’idea di conservazione di luoghi e di tradizioni secolari per divenire effettivamente pratica e operativa.
Come ci ricorda la Costituzione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, per salute non si intende semplicemente “assenza di malattie o infermità” e, in tal senso, il rapporto con la natura che ci circonda e con i paesaggi che attraversiamo quotidianamente diviene parte integrante del benessere umano. Anche in considerazione di quella tendenza innata e biologica – scritta cioè nel nostro DNA – a cercare connessioni con la natura e le altre forme di vita che già nel 1984 il biologo statunitense Edward Osborne Wilson ha formalizzato nella sua ipotesi della biofilia. Ipotesi che negli ultimi anni è stata confermata da un numero crescente di studi e prove empiriche sugli effetti benefici del verde urbano, tra cui il miglioramento della salute mentale, la ridotta morbilità e mortalità cardiovascolare, nonché gli effetti positivi riguardanti l’inquinamento atmosferico, i cambiamenti climatici, il rumore e il calore in eccesso, la diminuzione della criminalità (si veda per una trattazione sistematica il volume Amico Albero. Ruoli e benefici del verde nelle nostre città (e non solo) di Francesco Ferrini e Alessio Fini).
La salute delle cittadine e dei cittadini, quindi, dipende (anche) dalla cura che ci prendiamo del paesaggio, in cui la dimensione urbana e rurale sono oggi sostanzialmente inscindibili.
Una cura che non va confusa con la musealizzazione o la creazione di “riserve indiane” ma che deve risolversi in una nuova idea di paesaggio, e quindi di società.
Un’idea di paesaggio orientato al futuro, che si fondi su una sostenibilità creativa e progettuale, che permetta di trasformare la sua complessità in risorse infinite (Sbardella, 2019) al servizio del benessere e della salute umana e ambientale collettiva.
Per fare un esempio di come questo possa tradursi in pratica, basti pensare alla centralità rivestita dal contrasto all’abbandono delle ulivete e dalla ridefinizione dell’olivicoltura sociale nel nostro progetto Nuovo EVO. Il valore dell’olivicoltura per lo sviluppo sostenibile dei territori.
In conclusione, quella di cui si parla in queste righe è un’idea di paesaggio, di cura, che coincide in ultima analisi con la vita stessa, a proposito della quale è difficile trovare parole più efficaci di quelle di Nazim Hikmet:
[…]
Prendila sul serio
ma sul serio a tal punto
che a settant’anni, ad esempio, pianterai degli ulivi
non perché restino ai tuoi figli
ma perché non crederai alla morte
pur temendola,
e la vita peserà di più sulla bilancia.
Da Nazim Hikmet, Poesie d’amore (Milano, Mondadori, 1963)
- Constitution of the World Health Organization (1946). American Journal of Public Health and the Nations Health, 36(11), 1315-1323
- Ferrini, F., Fini, A. (2017). Amico Albero: Ruoli e benefici Del Verde Nelle nostre città (e non solo). Pisa: ETS.
- Marchi, D. (2022, Maggio 30). Curtatone, I Residenti Si Legano agli alberi per impedire Che Vengano Tagliati. Gazzetta di Mantova. Online: https://gazzettadimantova.gelocal.it/mantova/cronaca/2022/05/30/news/curtatone-i-residenti-si-legano-agli-alberi-per-impedire-che-vengano-tagliati-1.41478503 (ultima consultazione: 23 dicembre 2022)
- Hikmet, N. (1963). Poesie d’amore. Milano: Mondadori.
- N.d. . (2017, Marzo 29). Gasdotto tap. ulivi espiantati, Ancora Scontri Tra Polizia E Manifestanti. Online: https://www.avvenire.it/attualita/pagine/tap-gasdotto-protesta-in-puglia-per-taglio-ulivi (ultima consultazione: 23 dicembre 2022)
- n.d. Incatenati agli Alberi, Rinviato il taglio dei pini in Piazza della vittoria. FirenzeToday. (n.d.). Online: https://www.firenzetoday.it/cronaca/rinvio-taglio-pini-alberi-piazza-vittoria.html (ultima consultazione: 23 dicembre 2022)
- n.d. Incatenati agli alberi per non farli tagliare. Gazzetta di Reggio (n.d.). Online: https://www.gazzettadireggio.it/video/spettacoli/power-to-the-future-giulia-di-carlo-magistro/56798/57015 (ultima consultazione: 23 dicembre 2022)
- Incatenati agli alberi. Udinetoday (n.d.). Online: https://www.udinetoday.it/foto/cronaca/incatenati-agli-alberi/ (ultima consultazione: 23 dicembre 2022)
- n.d. (2011, Dicembre 28). Incatenati agli alberi per protesta.La Provincia Pavese. Online: https://laprovinciapavese.gelocal.it/pavia/cronaca/2011/12/28/news/incatenati-agli-alberi-per-protesta-1.2998675 (ultima consultazione: 23 dicembre 2022)
- n.d. (2021, Giugno 12), Le proteste per salvare gli Alberi Secolari in Canada. Il Post. Online: https://www.ilpost.it/2021/06/12/canada-british-columbia-proteste-fairy-creek-alberi-secolari/ (ultima consultazione: 23 dicembre 2022)
- Pandolfini, E. (2019). Il paesaggio nascosto: Quale comunicazione nei luoghi della complessità. Firenze: Leo S. Olschki editore.
- Sbardella, M. (2019). La sostenibilità scomunicata. Cosa stiamo sbagliando e perché. Santarcangelo di Romagna: Maggioli Editore.
- Seminati, S. (2020, Gennaio 28). Piazza Dante, Incatenati Agli Alberi. Gori: Ma Il Cantiere andrà avanti. Online: https://bergamo.corriere.it/notizie/cronaca/20_gennaio_28/piazza-dante-incatenati-alberi-gori-ma-cantiere-andra-avanti-8eac9d8a-4142-11ea-a133-84fd84fc9cfa.shtml (ultima consultazione: 23 dicembre 2022)
- Stabile, M. (2021, Settembre 28). “Diamo un taglio all’avidità, non al verde”, in India Abbracciano Alberi per non Farli Abbattere. Online: https://www.fanpage.it/esteri/diamo-un-taglio-allavidita-non-al-verde-in-india-abbracciano-alberi-per-non-farli-abbattere/ (ultima consultazione: 23 dicembre 2022)
- Wilson, E. O. (1984). Biophilia. Cambridge (MA): Harvard University Press.
- Pandolfini, E., Sbardella, M., Simonetta, G., Toschi, L. (2016). Benessere, paesaggio e comunicazione. La comunicazione generativa nel PSR ’14-’20 della Regione Toscana. in «Aestimum», 68, giugno 2016, pp. 75-92
- Pandolfini, E. (2019). Il paesaggio nascosto: Quale comunicazione nei luoghi della complessità. Firenze: Leo S. Olschki editore.
- Sbardella, M. (2019). La sostenibilità scomunicata. Cosa stiamo sbagliando e perché. Santarcangelo di Romagna: Maggioli Editore
- Toschi, L. (2017). L’albero, l’artificio e l’energia della complessità, Prefazione a Ferrini. In F., Fini, A., Amico albero. Ruoli e benefici del verde nelle nostre città (e non solo) (pp. 9-26). Pisa: ETS.
Dalle Anteprime della Library di sAu
Ph.D., Ricercatore e socio fondatore del Centro Ricerche scientia Atque usus per la Comunicazione Generativa ETS
Svolge ricerca negli ambiti dello sviluppo rurale, del climate change e della comunicazione sanitaria.